Società

Il costo della cultura

Partendo dal presupposto che ricchezza e benessere di una nazione sono proporzionali alla ricchezza culturale dei suoi abitanti, dove pensiamo di andare continuando a far pagare annualmente centinaia di euro per cambiare i libri scolastici? E perché accettare che si cambino due virgole per pagina per poter mandare al macero le “vecchie” edizioni?

La spesa della crescita culturale di un paese, a mio avviso, deve ricadere sullo stato. Così come si pagano gli stipendi dei docenti bisognerebbe che dalla stessa fonte si attinga per fornire gli strumenti per lo studio. Quasi quasi arrivo a dire che anche il tragitto casa-scuola-casa debba essere finanziato dallo stato.

Non sarebbe un regalo, ma un vero e proprio investimento a medio e lungo termine!

A corredo, sarebbe anche il caso di adeguare strutture e insegnanti privilegiando quelli che ne hanno la vocazione piuttosto che la convenienza.

Inizialmente potrebbe sembrare un bagno di sangue, ma una volta abbattute anche le barriere dei genitori ignoranti sembrerà di stare in paradiso.

Ma questa è un’altra di quelle utopie che metto nel cassetto, insieme alle tante.

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